Con la vendita dei loro brevetti in tutto il mondo BENZ e DAIMLER resero possibile lo sviluppo di numerose aziende, destinate a diventare famose.
Cosi nascono in tutta Europa e in America numerose case, alcune delle quali tuttora continuano la loro produzione:
in Francia: PANHARD & LEVASSOR, PEUGEOT, DE DION & BOUTON, RENAULT;
in Italia: CEIRANO, ISOTTA FRASCHINI, FIAT;
in Inghilterra: WOLSELEY, NAPIER, HUMBEY , RILEY.
Negli STATI UNITI l'automobile ebbe uno sviluppo ancora più rapido, la marca più antica è sicuramente la OLDSMOBILE di Detroit. Questa azienda, assieme alla BUICK e ad altre, venne acquistata da William CRAPO DURAND per formare la GENERAL MOTORS ("GM").
Nel 1903 un meccanico del Michigan, chiamato Henry FORD, fonda la FORD MOTOR COMPANY, a lui si deve la costruzione dell'automobile più diffusa del mondo, fino alla Seconda Guerra Mondiale, la Ford modello T, prodotta in più di 15.000.000 di esemplari. Modello prodotto con il nuovo sistema della catena di montaggio.
In America, grazie anche al modello T, l'automobile iniziò a diffondersi anche fra le famiglie meno facoltose, mentre in Europa continuava a rimanere molto costosa e lussuosa.
Fra il 1920 e il 1930 le case automobilistiche Europee si dedicarono alla progettazione e alla costruzione di vetture "utilitarie", robuste e a basso costo:
L'auto inizia variare le linee a differenziarsi e ad accattivare l'acquirente per le proprie caratteristiche. Per lei vennero asfaltate le prime strade, che mutarono paesaggi e campagne.
- l' AUSTIN SEVEN in Inghilterra,
- la RENAULT MA in Francia,
- la ADREEL TRUMPH in Germania,
- la FIAT 500 BALILLA in Italia.
L'accensione a manovella venne sostituita da un motorino per l'avviamento, il numero dei cilindri, inizialmente uno o due, era ormai salito a quattro, sei, otto, dodici e perfino a sedici cilindri. Gli anni che vanno dal 1930 al 1940 rappresentano "l'Epoca d' Oro" dell'automobile, che raggiunse il massimo della perfezione, della tecnica e dell'eleganza.
In Europa si affermò la trazione anteriore ed in seguito la carrozzeria portante, cioè senza telaio.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, i motori divennero sempre più piccoli, con potenze elevate anche nelle cilindrate ridotte.
La forma della carrozzeria cambia, diventa bassa e larga, con le ruote sempre più piccole, e la trazione, come nei tricicli di BENZ, torna ad essere posteriore. Siamo nel periodo della motorizzazione di massa (fine anni 50), in cui l'automobile cessa di essere totalmente un oggetto esclusivamente di lusso.
Diventa "piccola fuori e grande dentro", abitacoli sempre più spaziosi e luminosi, freni a disco e i primi tergicristalli, oggetto di una delle più grandi dispute giudiziarie tra un privato e una casa produttrice americana. Vengono prodotti:
Il boom economico degli anni '60 corrisponde a quello dell'automobile, è l' epoca delle utilitarie e delle spider, delle coupè. L' auto in questi anni entra nel mito e nei sogni dell' uomo, e le campagne pro auto coinvolgono anche tanti attori del cinema (James Dean e la sua Porsche Speedster sono l' esempio più lampante). Le grandi case italiane iniziano le collaborazioni sempre più assidue con i più famosi carrozzieri , come Zagato, PininFarina, Vignale, Bertone , riprendendo cosi la moda che aveva colpito anni addietro le case francesi e quelle americane.
- il "Maggiolino WV" in Germania,
- la "Renault 4cv" in Francia,
- la "Austin Mini" in Inghilterra,
- la "500" e la "600" Fiat in Italia.
Negli anni '70 i giapponesi si collocano al terzo posto della graduatoria dei costruttori, negli anni successivi il prezzo del greggio aumenta e il mondo dei trasporti entra in una grandissima crisi. Per risparmiare carburante nel 1974 il governo italiano impone la circolazione domenicale a "targhe alterne" e i costruttori progettano e realizzano vetture meno assetate di benzina.
Nascono in questo periodo la Volkswagen GOLF di Giugiaro, la 127 Fiat, il diesel si diffonde largamente e la crisi viene aggirata.
Nel 1980, con l'egemonia produttiva del Giappone si ottengono, grazie all'impiego massiccio dei computer nella fase di progettazione, risultati di notevole rilievo, in tema di prestazioni, risparmio energetico, estetica, aerodinamica, qualità e robustezza.
Nei primi anni 80 sale alla ribalta una nuova generazione di motori Diesel veloci, adatti alle autovetture, mentre si diffonde sempre più l' impiego dell'elettronica nei controlli delle funzioni dei motori a benzina, accensione e iniezione.
E' anche il momento del turbocompressore, che consente di aumentare la prestazione dei motori, senza influire negativamente sui consumi, anzi, sul diesel diminuiscono.
Gli anni '80 sono gli anni della nascita di tante "dream car", dopo la LAMBORGHINI MIURA degli anni '70, la mitica Aston Martini 4 (quella di James Bond), la Jaguar E-Type di Diabolik, le Ferrari dominatrici nello sport.
Poi ecco negli anni '80 una nuova leva di auto, a partire dalla fantastica TESTAROSSA, del 1984,la Lamborghini COUNTACH e la DIABLO, la Porche 959 , la Ferrari F40, la Bugatti EB 110 , la Jaguar XJ 220. Tutte auto super veloci, mozzafiato e dalle linee stupende e innovative, ecco infine gli anni '90, la ricerca sfrenata della sicurezza, attiva e passiva, della eleganza, dell' innovazione.
Produzione in serie
La produzione in serie non era una novità introdotta da Henry Ford: nel 1798 Eli Whitney aveva standardizzato la produzione dei moschetti, mentre un'industria conserviera di carne di Chicago aveva introdotto linee mobili dopo il 1860; già nel 1902, inoltre, le automobili Oldsmobile venivano prodotte in serie.
Nel 1908, anno di uscita del modello T, Ford apportò però modifiche sostanziali alle esperienze precedenti, introducendo la produzione standardizzata di pezzi fabbricati con precisione, che permetteva l'interscambiabilità delle parti e il lavoro in catena di montaggio. L'efficienza di produzione aumentò in modo tale che i prezzi delle automobili iniziarono gradualmente a diminuire. Ogni dieci secondi una nuova automobile lasciava la catena di montaggio, e il numero complessivo di veicoli prodotto in un anno raggiungeva i due milioni. L'esempio fu presto seguito dai costruttori europei: in particolare Morris in Gran Bretagna, Citroën in Francia, Opel in Germania e FIAT in Italia.
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